Il carciofo (in inglese: artichoke) è una pianta molto apprezzata nella fitoterapia e per i prodotti fitoterapici per la sua azione di depurativo epato-renale e ipocolesterolemizzante. Il carciofo come coleretico, regolatore del flusso biliare ed epatoprotettore, si rende prezioso nelle turbe epatobiliari ove può alleviare la sintomatologia; agisce sul metabolismo lipidico diminuendo la produzione di colesterolo cattivo e di trigliceridi endogeni e aumentandone l’escrezione o la ridistribuzione nei depositi naturali. L’accresciuta secrezione di acidi biliari indotta dalla pianta, stimola infatti la motilità intestinale e la digestione dei grassi. Nella fitoterapia, il carciofo è una pianta molto apprezzata per le numerose attività che svolge, ossia azione colagoga, azione coleretica, azione protettrice e regolatrice della funzionalità epatica, azione disintossicante e azione diuretica. Tra i suoi componenti sono segnalati: polifenoli e, in particolare, alcuni derivati dell’acido caffeico (cinarina), flavoinoidi, un principio amaro (cinaropicrina). Il principio attivo della pianta, responsabile dell’attività fortemente coleretica, viene comunemente riferito alla presenza della cinaria.
I benefici del carciofo
Come anticipato, il carciofo ha numerose proprietà e benefici. Tra queste, compaiono la sua:
- azione coleretica: dovuta alla cinarina
- azione epatoprotettiva: dovuta a cinarina ed acido caffeico
- azione antiossidante: per le proprietà di cinarina, acido caffeico, luteolina ed acido clorogenico che hanno mostrato una spiccata attività antiossidante sinergica.
- azione ipolipemizzante: risultati recenti hanno messo in evidenza una modulazione dell’estratto di carciofo sull’attività dell’idrossimetilglutaril CoA riduttasi (MHG-CoA riduttasi) a livello del reticolo endoplasmatico.
- azione diuretica: per le proprietà della cinaria, attraverso un aumento dell’eliminazione da parte dell’epitelio renale.
FAQ: tutto sul carciofo
- Il termine Cynara (nome scientifico del carciofo) deriva secondo Columella (I sec. D.C.) dalla consuetudine di concimare questa pianta con la cenere.
- Noi mangiamo del carciofo quello che è il ricettacolo del fiore, così come le brattee, impropriamente chiamate foglie che vi si attaccano. La parte medicinale è invece la grande foglia dentata che guarnisce lo stelo.
- Il termine francese Artichaut (articolo in italiano, nel linguaggio popolare) deriva dall’arabo ardhischoko: ardhi = terra e schoki = spina.
- Il famoso gastronomo Brillant-Savarin lo riteneva afrodisiaco.